Scheda Applicazione su Ripristino Fessure
Prima di applicare un rivestimento, sia esso un cementizio, una resina, un linoleum o un parquet, è necessario riparare le crepe e le fessurazioni esistenti; tuttavia, prima di procedere, è importante indagare la ragione dell’esistenza della fessurazione per prevenirne la ricomparsa nel tempo.
Premessa
E’ di fondamentale importanza sapere che se non si rimuovono le cause, le fessurazioni possono manifestarsi nuovamente ed i successivi ripristini possono essere soggetti a nuovi stati fessurativi. Per esempio, se una fessurazione è dovuta ad una radice di un albero che sta forzando la lastra sovrastante causandone la rottura, l’unica soluzione possibile è quella di rimuovere la radice stessa. Da qui l'importanza di riconoscere la natura della fessurazione per valutare se è possibile eseguire un intervento definitivo o quanto meno duraturo per un determinato periodo di tempo.
Classificazione
Le cause delle fessurazioni in una struttura di calcestruzzo possono essere diverse: fessure da ritiro igrometrico e/o plastico, da mancata o errata stagionatura, da mancanza di giunti di costruzione, da dilatazione termica, da cedimento strutturale ecc. In via semplicistica si possono raggruppare queste manifestazioni in tre categorie:
- Fessure stabili, ovvero non più soggette a movimento (es. fessure da ritiro plastico);
- Fessure dinamiche (presenza di radici, dilatazioni termiche ecc.);
- Fessure da mancati giunti.
Fessure stabili
Fanno parte di questa tipologia le fessure da ritiro igrometrico e/o plastico, le fessure da cedimento strutturale, da errata stagionatura. Cosa fare? In questi casi è possibile saturare la crepa procedendo nel modo che segue:
- Aprire leggermente la fessurazione per mezzo di una piccola smerigliatrice e aspirare i residui di polvere;
- Consolidare abbondantemente il fondo con Evercrete Pavishield;
- Riempire la fessura con Ercole e annegare una rete alcali resistente fresco su fresco;
Dopo almeno 24 ore si può rivestire l'intera area con il rivestimento desiderato.
Fessure dinamiche
Diversamente dalla categoria precedente la natura di queste fessure può essere la più svariata. Si rende per tanto necessario individuare le cause concrete. Nel caso di dilatazioni termiche ad esempio sarà necessario creare un giunto di dilatazione. Come è ben noto la fessura generalmente non segue una linea retta. Come fare in questi casi? Per prima cosa si procede ad incollare in maniera rigida le due parti distaccate. Si utilizzano in genere prodotti epossidici e/o si “graffano” le crepe (si creano dei tagli trasversali alla fessura e all'interno di questi si inseriscono delle barre che verranno poi sigillate per rendere solidali le due parti). Successivamente si crea un nuovo giunto tagliando la piastra sull'intero spessore (o almeno su 2/3 dello stesso). Il nuovo giunto dovrà essere riempito con un sigillante elastico (poliuretanico o polisolfurico) e rimarrà “a vista” sul rivestimento finale.
Fessure da mancanza di giunti
Possono essere considerate una sottocategoria della precedente. Talvolta sono causate da geometrie particolari della superficie (sbilanciamento tra le due dimensioni, forme ad L ecc.), altre volte da una scellerata scelta dei materiali del sottofondo (massetti cementizi fatti in cantiere). Nel caso di una superficie interna non soggetta a dilatazione termica o ad altri possibili movimenti del sottofondo, le fessure possono essere “sigillate” in maniera rigida (Ercole, malte epossidiche, graffature, ecc.) e successivamente la superficie rivestita con lo strato desiderato. Nel caso invece di superficie esterna, soggetta a sbalzi termici, o di superficie soggetta a possibili movimenti, sarà necessario prevedere la creazione di un giunto superficiale.
Fessurazioni su rivestimento
Come già detto in precedenza, i rivestimenti in adesione (resine, spatolati cementizi, ecc.), quali sono i rivestimenti Ecobeton, seguono esattamente l’andamento del supporto e ne riflettono di conseguenza anche tutti i movimenti. In altre parole, se si presenta una crepa sul rivestimento, allora è sicuramente conseguenza di una crepa nel supporto sottostante. È una questione fisica poiché i rivestimenti continui stesi a basso spessore presentano un ritiro plastico o igrometrico assolutamente trascurabile.
Esistono rivestimenti che hanno una buona elasticità, e possono in qualche modo sopportare piccoli movimenti del supporto. Tale proprietà si chiama crack bridging ability (normativa EN 1062-7), tuttavia si osserva spesso che tale capacità non è duratura nel tempo, ovvero prima o poi la fessura si riflette anche su rivestimenti di grande elasticità, specialmente se la fessura è generata da movimenti dinamici. Il problema delle cavillature si riconduce quindi completamente al supporto, qualunque esso sia. Sono state descritte in precedenza le categorie di fessurazioni riscontrabili nel calcestruzzo. Vediamo più in dettaglio i principali fattori responsabili delle fessurazioni del rivestimento:
- Il ritiro igrometrico del supporto (massetti), specialmente quelli più comuni di tipo cementizio, soffrono di una contrazione dovuta al ritiro del cemento. Questa contrazione non avviene liberamente, ma è ostacolata dall’attrito sul sottofondo e da tutti gli altri elementi della costruzione (colonne, muri, ecc.). Le tensioni che si generano durante questa contrazione fanno crepare il massetto quando la struttura non ha ancora raggiunto la massima resistenza a trazione. Questo fenomeno è importante soprattutto nei primi 90 giorni dal getto, poi assume valori meno pericolosi. Passati tre mesi, in assenza di altri fenomeni, si può rivestire in sicurezza anche sopra le fessurazioni che si saranno formate. Quando la fretta gioca un ruolo fondamentale, è fortemente consigliato eseguire dei tagli sul pavimento che possano guidare la fessura attraverso uno schema ordinato: tali giunti di controllo potranno poi essere sigillati con materiali elastici (poliuretani o polisolfuri) e saranno parte del disegno del pavimento.
- Il fenomeno di cui al punto 1 si verifica anche in presenza di rattoppi sul pavimento quali tracce per far passare gli impianti o congiunzione di pavimenti di materiali diversi o ancora pavimenti gettati in periodi diversi.
- Uno dei maggiori responsabili di fessurazione dei supporti (principalmente esterni) è la dilatazione termica. Si può verificare anche negli ambienti interni con riscaldamento a pavimento. In questi casi, oltre alla contrazione, il calcestruzzo subisce una dilatazione che lo spingerà facendo pressione sugli elementi che lo circondano. Per contenere questo movimento è necessario prevedere un giunto di dilatazione, di dimensione variabile a seconda della grandezza della superficie. A differenza del movimento di ritiro, che si esaurisce nel tempo, il movimento di dilatazione sarà presente per tutta la vita della struttura. Tale giunto dovrà rimanere a vista sulla superficie.
- La quarta causa è da attribuire ai movimenti strutturali: nei solai, oppure su terreni che non sono stati compattati e preparati adeguatamente, non di rado si verificano cedimenti e movimenti imprevisti che portano i supporti a fessurare. Dal punto di vista ingegneristico questo è ampiamente previsto, da quello estetico è meno piacevole. In questa categoria possiamo far rientrare anche tutti gli elementi di “disturbo” che vengono annegati nei massetti, come i tubi, gli impianti vari, i pozzetti e le canalette che creano discontinuità oppure ancora le geometrie azzardate del pavimento contenenti spigoli o salti di sezione. In questi casi riparare il rivestimento non sarà un'opera facile e può richiede un intervento di sigillatura della fessurazione con boiacca Bonding Agent-cemento (in rapporto 1:1) e una successiva applicazione di un nuovo strato di finitura (Microbond o Ercole a seconda del caso).
Come si può intuire il sottofondo riveste un ruolo fondamentale e per evitare brutte sorprese bisogna valutare scrupolosamente la tipologia, la geometria e le tempistiche di maturazione. Prendere scorciatoie può solo aumentare il rischio di incorrere in spiacevoli inestetismi talvolta irrimediabili.